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I margini della notte ovvero, un amore per sempre irrealizzato

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A cura di Gabriele Agostini – Foto di Linda de Nobili

Fu un lampo… poi la notte. Fuggitiva beltà,

nel cui sguardo, all’istante, la mia vita risorse,

non ti vedrò più dunque che nell’eternità?

Altrove e via da qui! Troppo tardi, mai forse!

Perché corriamo entrambi a ignoto e opposto sito,

o tu che avrei amato, o tu che l’hai capito!

 

Les fleures du mal – Charles Baudelaire

 

 

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Pur sulle stesse tenebre, come su tele, a frotte

dagli occhi zampillandomi, ritornano a levarsi

volti e volti domestici, che credevo scomparsi.

 

Les fleures du mal – Charles Baudelaire

 

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Sono come un pittore che da un Dio schernitore

sia dannato a dipingere soltanto sulle tenebre.

 

Les fleures du mal – Charles Baudelaire

 

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Più divini

delle stelle scintillanti

ci sembrano gli occhi infiniti

che in noi la notte dischiude.

 

Inni alla notte – Novalis

 

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Se fossi senza stelle, mi piaceresti, o Notte!

Ma il linguaggio che parla il loro lume è noto,

mentre quello ch’io cerco è il nero, il nudo, il vuoto!

 

Les fleures du mal – Charles Baudelaire

 

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Quale vivente,

dotato di senso

non ama fra tutte

le meravigliose parvenze

dello spazio che ampiamente lo circonda,

la più gioiosa, la luce   coi suoi colori?

 

Inni alla notte – Novalis

 

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In quella notte felice,

mi ritiravo nel segreto, nessuno mi vedeva

E io non percepivo nulla

Che potesse guidarmi se non la luce

Che ardeva nel mio cuore.

                                                                      Cantiques de l’ame – M. de Certeau

 

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Ella assomigliava ora alle luci ora alle ombre, loro sorelle. Fuggiva davanti al ricordo, davanti alle parole, come scivola via un pesce. Ella si allontanava ma restava presente e diveniva

ingombrante e gigantesca. (…) Mi sembra che … diventasse più desiderabile quando la notte s’infittiva e che ogni ora le togliesse un velo rendendo la sua nudità più appariscente.

 

Les dernières nuits de Paris – Philippe Soupault

 

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Zeus padre, libera tu dalla nebbia i figli degli Achei,

rendici il sereno, concedici di vedere con gli occhi:

poi, nella luce facci pure morire.

                                                                                      Iliade – Omero